RACCOLTO 2023 (il riassunto di un lungo viaggio)

Un raccolto nasce nel momento della programmazione della semina e termina con la mietitura alla quale segue la fase di stoccaggio del grano in chicchi (la granella) che verranno poi macinati per diventare la farina che usiamo nei nostri pani a base di grano tenere, la Pagnotta in primis.

Nonostante l’agricoltura stia sempre più diventando un’impresa eroica che, soorattutto per le piccole realtà, sfida la tempesta rappresentata dal mercato e dai suoi costi ma anche dalle avversità climatiche, il raccolto è andato bene in entrambi i siti dove avevamo seminato che si dislocano tra Ozzano e la Val Cerrina (Basso Monferrato -Piemonte).

In entrambi i campi, abbiamo seminato mezzo ettaro di miscuglio di grani teneri Solibam nello stesso periodo che poi è stato anche quello del raccolto estivo. Il campo di Ozzano è cresciuto più rigoglioso di quello della Val Cerrina perché dal cielo in quella zona è piovuto di più, ma allo stesso tempo ha preso anche più vento poco prima del raccolto che è stato in parte coricato ma in modo da non impedire la trebbiatura e da un risultato più abbondante del previsto in termini di quantità raccolta.

In Val Cerrina invece, le spighe sono rimaste meno corpose e nel complesso più rade ma senza patire le sventolate estive quindi anche qui il raccolto è stato sano e quantitativamente molto buono.

Questa annata è stata caratterizzzata in nord Italia da assenza di pioggie quando più erano necessarie cioè nel momento della spigazione che è quando il grano mette il fiore che diventerà frutto, o da una presenza esagerata di piogge che in alcune zone hanno fatto dei veri e propri disastri (vedi Emilia Romagna) o creato problemi enormi in fase di raccolto che non poteva essere programmato nei giusti tempi o che è stato danneggiato appunto coricandosi a causa delle tempeste ormai tropicali che si abbattono in ogni dove (vedi Toscana, Marche ecc). In Piemonte la situazione è stata varia sia nelle zone che nelle manifestazioni ma, per fortuna, nei nostri campi è andato tutto liscio dalla partenza fino all’arrivo quindi respirone di sollievo e avanti tutta.

Abbiamo anche effettuato le analisi del caso da parte di un ente certificato di Torino che ha confermato che il raccolto è sano e quindi possiamo procedere a macinare e a testare la farina di questa annata che ci aspettiamo comunque differente da quella dello scorso anno. I miscugli di grani sono un’esperienza incredibile e interessante anche solo perché dalla loro composizione iniziale, nel tempo evolvono a seconda del luogo e delle condizioni nelle quali si trovano e quindi si trasformano e diventano altro rispetto alla loro costituzione iniziale. E questo fa sì che il nostro miscuglio di grani che evolve di stagione in stagione diventi sempre più nostro ogni anno che migra da un campo all’altro per poter crescere e fare il suo frutto.

Quest’anno, proprio a causa di condizioni avverse per alcuni amici panificatori/agricoltori, abbiamo messo a disposizione parte del nostro raccolto così fortunato per chi si trova con più paglia che spiga e siamo felici che questa avventura chiamata #paneurbano possa continuare la sua strada nel solco di una condivisione vera e reale fatta anche di partecipazione e mutuo soccorso qualora ce ne sia bisogno.

Come dice la sempre presente Michela Murgia “l’eroismo è la strada di pochi, ma la collaborazione creativa è un superpotere che appartiene a tutti”.

Settembre 2023 (a pochi giorni dalla prima macinazione)

Corso Panificazione

CORSI PANE

14 Ottobre 2023 : La segale corso base

Dove: FORNO CONDIVISO – Milano zona Paolo Sarpi

Durata corso: 4/5 ore

Per info e prenotazione scrivete a fornocondiviso@gmail.com

Per chi volesse proporre o chiedere info per corsi di gruppo o privati potete contattarmi al mio solito recapito (339 8738262) oppure scrivere a info@paneurbano.it

Sut la Cupola Camagna Monferrato

Domenica 17 settembre 2023

#PANEURBANO è PRESENTE al Mercatino dell’artigianato del territorio

ore 10.00 – 14.00

Dal 9 al 17 settembre 2023 si terrò a Camagna Monferrato la manifestazione Sut la Cupola una settimana di feste ed eventi nel centro del basso monferrato.

Concerti, Balli, Musical, Cene e Pranzi, Mercatino artigianato.

FARMER’S MARKET

MERCATO Seconda domenica del mese
Casale Monferrato (AL) FARMER’S MARKET Piazzale antistante supermercato Esselunga – mercato produttori

Orari di #Paneurbano
dalle 8.30 alle 14.00 con possibilità di pre prenotare il pane e ritirarlo il giorno del mercato

In occasione del mercato dell’antiquariato che si svolge al mercato Pavia la seconda domenica del mese, viene organizzato nella parte pedonale lato supermercato Esselunga un piccolo mercato produttori presenti dalle ore 9.00 alle 18.00.

Tra i banchi troverete : il nostro pane/formaggi della Val d’Aosta/formaggi di capra locali/riso e verdure/miele e nocciole/vino.

Riepilogando

I MERCATI FISSI

1 sabato del mese Piazza Cavour Vercelli – NaturalVercelli

dalle 8.30 alle 13.00 con possibilità di pre prenotare il pane e ritirarlo il giorno del mercato

2 domenica del mese – Casale Monferrato (AL) piazzale antistante supermercato Esselunga – mercato produttori

4 domenica del mese MERCATO DELLA TERRA – TORINO ore 9.00 – 14.00 via Fenoglietti 14 (davanti piazzale Eataly)

I GRUPPI DI ACQUISTO

Gas Cascina roccafranca

(consegna in Cascina ogni mercoledi h 17.00)

Per info e adesioni visitate la pagina web https://www.cascinaroccafranca.it/gruppi-attivi-in-cascina/

Gas Chivasso

(consegna a Chivasso ogni venerdi h 18.30) per info e adesioni visitare la pagina Fcb Gas Chivasso

Rete Gas Torino

distribuzione mensile attraverso la rete gestita da bottega Verdessenza Via San Pio V Torino

Per info e ordini chiedere di Cosimo o Alessandra (Verdessenza) 011/0230032

I CORSI

La parte dei corsi ci piace molto,

Se avete location da suggerire o corsi da proporci non esitate a contattarci e saremo ben felici di poter organizzare

Festa del grano

Domenica 9 Luglio

Dove: Az. Agricola Daniele Cesca Moncalvo (AL)

Dalle h 10.30

Necessaria prenotaione – entrata libera

Per info e prenotazione contattare il 349 5142449 o cesca.daniele@gmail.com

Sulla pagina Ig e Fcb di Paneurbano e Cesca Daniele troverete programma completo che prevede sessione di mietitura, workshop per bambini, tavola rotonda tra panificatori e contadini, buon cibo e vino e concerto.

Come abbiamo cominciato a coltivare il grano

Il progetto di coltivare la terra è nato la prima volta per gioco e dall’entusiasmo di poter vedere una filiera che cresce intorno al pane.

Ma io sono anche dell’opinione che ad ognuno il suo: al contadino la terra, al mugnaio il mulino, al fornaio il pane.

Io sono per ora solo il fornaio.

La terra però c’è e ad un certo punto anche chi ha voluto darci una mano a coltivarla per darci della farina dal nostro grano.

La prima volta è stato fatto tutto a mano, dalla semina al raccolto. Correva l’anno 2020. Avevamo un pugno di semi: una parte me l’aveva donata il compagno di pane Philippe. Si tratta di un grano tenero francese varietà Rouge de Champsors, varietà antica francese. Un’altra parte di seme era di varietà Frassineto, altra varietà antica, recuperata alla Cascina del Vento.

Abbiamo mescolato tutto e seminato a mano una striscia di terra vicino agli orti e ai frutteti di famiglia.

Il grano è cresciuto alto e rigoglioso tanto che molte persone si fermavano per capire di cosa si trattasse e da dove fosse uscito un grano così alto, il grano di tanti ricordi per alcuni. Ricordi di infanzia, di tempi quando il grano era ancora alto più di un bambino che va alle scuole elementari.

Lo abbiamo mietuto a mano coi falcetti assieme agli amici liguri Adriano e Harriet, pionieri bastiani. Ci siamo fracassati le gambe perché il grano è feroce e non solo in fase di mietitura. Abbiamo fatto covoni, caricato un piccolo cassone di un vicino che ce l’ha portato in cascina.

Lo abbiamo caricato tutto su un vecchio carretto così poteva stare al coperto e poi, mentre gli altri la domenica andavano a mare, noi lo battuto, per ottenere la granella. Non avevamo nessuna tecnologia di nessun tipo. Avevamo solo una vecchia rete di materasso, guanti, braccia e giù a battere, poco alla volta. Dopo la 1 volta e dopo esserci accorte che la polvere del grano era peggio che la sua paglia, abbiamo dovuto pure metterci una tuta integrale per non farci massacrare dall’irritaziojne cutanea che ci prese per questa polvere molesta.

Dopo varie settimane di battitura, abbiamo dovuto procedere con la pulizia

Il grano deve essere pulito da presenze varie tipo paglie, terra, corpi estranei vari altrimenti col mulino ci possono essere delle difficoltà se per esempio al mulino non possono dare una pulizia ai chicchi. Avevamo un vecchio ventolino, prezioso quanto necessario e infine abbiamo insacchettato e portato a casa.

E ora mancava solo il mulino.

Come spesso mi è successo col pane, incontrando tante persone, capita anche di avere le possibilità tra una chiacchiera e l’altra di scoprire cose interessanti e di ricordarle al momento giusto oppure di ricevere inaspettati aiuti.

Durante un mercato ad Asti, un collega che produce mais e polenta, mi parlò del mulino dove lui portava a macinare il suo mais per farci farina che però macinava anche grano e questa stessa persona si offrì anche di portarlo a macinare e così, dopo qualche settimana di attesa e tante ore di lavoro, ricevemmo il nostro sacco di farina. 1 sacco. Avrei potuto mettermi a piangere a pensare quanto lavoro c’era stato dietro ad un unico sacco di farina. In realtà era tutto reale ma io ero semplicemente gasata dall’idea di avere la mia farina che era anche la farina di chi mi aveva dato i semi, di chi mi aveva aiutato a seminare, a pulire, insacchettare e infine a trovare il mulino giusto per noi: un mulino a pietra, di piccole dimensioni che accettasse quindi anche piccole quantità di cereale.

Sembrava una storia che si ripeteva: tanta salita ma anche tante persone intorno pronte a condividerla, da quelle incontrata una volta al mercato a quelle vicine da sempre.

Dopo aver provato quindi l’ebbrezza di stringere in mano la nostra farina, c’è stato anche il ripercorrere mentalmente tutto quanto era stato necessario per arrivarci in termini di tempo, energie, organizzazione, competenze, spazio logistico e tanto altro che adesso forse non riesco nemmeno più a ricordare. La conclusione però è stata una sola: meraviglioso ma in quel modo lì anche basta e non

solo per la mancanza di risorse logistiche per gestire tutto il percorso, ma anche perché se da una striscia di grano usciva 1 sacco di grano allora forse per avere qualche sacco in più sarebbe stato necessario seminare non un pugno di semi ma qualcosa in più e ripetere tutta la faticosa magia del “fatto a mano” sarebbe stato impossibile.

Abbiamo quindi preso un anno sabbatico, non per ripensare e riprogrmmare la faccenda, ma perché è andata così e quindi abbiamo continuato a fare pane, a fare le consegne, a gestire la faccenda covid ma anche a fare tante esperienze e a mettere insieme i pezzi di queste esperienze, anche di quelle che portano il grano a fare pane.

Ho avuto possibilità di conoscere alcune persone che coltivano il loro proprio grano, che se lo macinano per poi farci il pane nel loro proprio laboratorio, ma soprattutto ho avuto la possibilità di osservare da vicino il lavoro che sta dietro, vicino, sotto e sopra i mondi di queste persone, mondi non solo progettuali o lavorativi, ma soprattutto personali, di pensiero, di ideali, di vita.

Ho avuto modo di confrontarmi con queste dimensioni di forni agricoli che poi sono diventati anche il mio come modo di lavorare ma anche forse di pensare questa esperienza pane.

Quando si iniziano i nuovi percorsi, si cercano sempre le formule magiche: le ricette, i libri, i trucchi. Si tende sempre a pensare che l’abilità sia la vera chiave del successo e che tutto stia nelle competenze acquisite, nell’esperienza maturata che non è da poco quando si sceglie di coltivare grani di genetica antica e ad un certo punto, nel mio percorso col pane, ho capito che tutto parte dalla terra. Non voglio fare filosofia in merito per quanto possa essere importante ma forse a rischio di retorica. In realtà il mio pensiero è stato mmolto più pratico: ho compreso che per avere un pane che potesse esprimersi al meglio partiva tutto dalla terra. Che tutto quello che mi esaltava nel pane che avevo assaggiato dagli amici che stimavo non era né magico, né frutto di trucchi o di corsi specializzati. Era frutto di grani.

GLI INTERLOCUTORI “GIUSTI”

Maggio 2023

Questo è un periodo di grandi riflessioni e confronti con alcuni amici panari che mi portano spesso a riconsiderare o a maturare idee su alcuni aspetti del lavoro e non solo. In particolare con l’amico Damiano Visentin di Anticamente Lab, proprio in questi giorni ci si raccontava delle rispettive esperienze nel presentare i nostri pani alle attività che li vorrebbero inserire a tavola. Il punto di vista di Damiano è spesso illuminante perchè pone sotto luce differente aspetti che caratterizzano il lavoro di quasi tutti quelli che hanno qualcosa da “vendere” ossia il proporre il risultato delle proprie fatiche ma anche delle proprie idee. Anche se siamo consapevoli che proporre un pane fatto di grani antichi con una pasta madre viva, farciti di entusiasmi circa il modo in cui i grani stessi vengano coltivati e il perchè, non sia argomento della routine giornaliera di nessuno, men che meno dei ristoratori o dei proprietari di pizzerie, caffetterie e cocktail bar. Insomma, che stiamo pedalando contro il vento che tira là fuori lo sappiamo già ma questo non ci preclude il fatto di doverci comunque confrontare col mondo che ci circonda e onestamente siamo anche ben contenti di farlo perchè del mondo in cui viviamo abbiamo ancora e sempre voglia di capire meglio e di capire di più. Da questo confronto quindi nasce a volte anche uno scontro, che avviene più spesso dentro di noi e che si verifica quando non riusciamo a comprendere come mai a fronte di parole come “E’ un gran prodotto” – “Riconosciamo che questo pane sarebbe un valore aggiunto nel nostro menu” – “E’ obiettivamente proprio differente da quello che si trova in giro”, alla fine in tasca ci rimane solo il finale di frase che inizia con una parola: PERO’… Di quello che segue a quella parola possiamo saltare la parte perchè diventerebbe noioso ma non solo; da quella parola nascono anche i nostri pensieri. Capita molto di rado di non sentire ancora oggi un moto di nervosismo nello stomaco quando ascoltiamo le argomentazioni del PERO’, ma ci rendiamo anche conto che infine hanno proprio ragione loro. E’ vero. E’ un pane talmente differente che non può andare sempre in giro ovunque, nonostante la sua gran voglia di vedere tutte le tavole del mondo e di diventare il pane di ogni quotidianità. Insomma, è un pane che forse ha solo bisogno per ora degli interlocutori giusti. Questo non significa avere bisogno di una piccola ennesima nicchia dove nascondersi e compiacersi nella “comprensione” di pochi, significa iniziare; iniziare per bene la strada che porti verso le tavole di ogni quotidianità. Credo che ci sarà ancora tanto da camminare e tanti momenti dove il nervosismo solleticherà lo stomaco e dove invece si riderà di gusto. Sarà ancora una volta questione di atteggiamento. Io personalmente quando c’è da camminare cammino e la salita mi fa venire voglia di accelerare e forse posso dirlo solo perchè ci sono buoni compagni di gamba che quando lo zaino diventa pesante o quando ho bisogno di dare il morso giusto al pane sono lì nei dintorni, oppure posso dirlo perchè quello che conta davvero non è tanto tirare la riga a fine mese e vedere quanto sono stata brava o non brava a far quadrare il bilancio (che se fosse per quello non so se potrei ritenermi promossa), ma inseguire un desiderio: quello di vedere un pane buono davvero diventare un pane buono “oggettivamente” davvero e per tutti e non perchè sia migliore degli altri ma perchè avrà difeso tutto quello in cui credo: buoni pensieri che supportano le buone pratiche che fanno bene a me perchè fanno bene alla Madre (quella con cui impasto e quella che mi circonda in tutto e per tutto detto anche Madre Terra), E’ una Rivoluzione? Prima di tutto credo che sia un atto di resistenza contro le correnti che ci sballottano di qui e di là su una superficie dove spesso si galleggia senza riuscire ad arrivare al cuore delle cose; il punto però è che si può perchè gli strumenti non mancano; non più. Quindi poche scuse, è ora di “andare”, di partire per destinazioni di senso che prevedono scelte (alcune senza troppe vie di fuga). Come direbbe l’amico Damiano Visentin: dai andemo, vegneme drio.

Mercato della terra e della Biodiversità

MERCATO Domenica 14 Maggio 2023
Mercato della terra e della biodiversità

San Giorgio Canavese (To)

Orari
dalle 9.00 alle 18.00

Nel Mercato della Terra e della Biodiversità di San Giorgio Canavese è il contenuto e la qualità a fare la differenza, dove produttori provenienti da tutta Italia, Presidi Slow Food, nazionali ed internazionali, Maestri del Gusto, Prodotti del Paniere della Provincia di Torino ed eccellenze enogastronomiche locali e non solo la fan da padrone con le loro peculiarità e tipicità, con le loro storie e tradizioni, con il loro sapere che viene reciprocamente condiviso in un’atmosfera di festa e convivialità. Il mercato si svolgerà nel cuore del paese e ad accompagnarlo ci saranno momenti di cultura e intrattenimento attraverso gli interventi nell’agorà di personalità legate al mondo dell’enogastronomia, con incursioni musicali divertenti e momenti di spettacolo, canto e ballo per le vie del paese.